Oggi si celebra:
Gregor Mendel, botanico austriaco e padre della genetica, nato 20 Luglio 1822.
Nel 189esimo anniversario della nascita Google ricordava il grande scienziato ceco, frate agostiniano dell'abazia di Brno. A lui si devono le importanti scoperte sui meccanismi dell'ereditarietà che sono considerati precursori della genetica moderna. Per i suoi studi durati quasi un decennio lo studioso piantò circa 28mila piante di piselli!
Gregor Mendel, botanico austriaco e padre della genetica, nato 20 Luglio 1822.
Nel 189esimo anniversario della nascita Google ricordava il grande scienziato ceco, frate agostiniano dell'abazia di Brno. A lui si devono le importanti scoperte sui meccanismi dell'ereditarietà che sono considerati precursori della genetica moderna. Per i suoi studi durati quasi un decennio lo studioso piantò circa 28mila piante di piselli!
La missione era cominciata quattro giorni prima, quando la navicella spaziale Columbia, attaccata a un razzo Saturn 5, si era librata nei cieli della Florida con a bordo i tre astronauti (il terzo era Michael Collins, che rimase a bordo del Columbia). Solo l’anno precedente gli astronauti dell’ Apollo 8 avevano compiuto un giro dell’orbita lunare. E ora il sogno annunciato da John Kennedy nel 1961, quello di portare l’uomo – uno statunitense, possibilmente – sulla Luna entro la fine del decennio, stava per diventare realtà.
L’Eagle si staccò dal Columbia e allunò sul pianeta alle 16:18 ET (in Italia erano le 22:18) con qualche difficoltà: Armstrong fu costretto a pilotare manualmente il modulo a causa di un guasto. Prima di uscire dall’abitacolo i due astronauti dovettero aspettare, tenendo il mondo che seguiva l’evento in televisione con il fiato sospeso, fino alle 22:56 ET, da noi le 5:56 del 21 luglio. Solo allora Armstrong scese i gradini della scaletta pronunciando la famosa frase: “ Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità”.
Aldrin lo seguì poco dopo, e insieme portarono a termine le loro mansioni: raccogliere campioni, compiere delle misurazioni, disporre alcune apparecchiature per esperimenti dalla Terra o per le successive missioni, piantare la bandiera americana e lasciare una placca d’acciaio con incise queste parole: “ Qui uomini del pianeta Terra per la prima volta scesero sul suolo lunare – 20 luglio 1969 – In nome di tutta l’Umanità”. Due ore e quaranta minuti dopo, Armstrong e Aldrin risalirono sul modulo lunare e furono recuperati dal Columbia. Questa era una delle fasi più delicate, e sia i due astronauti sia gli uomini della Nasa a Cape Canaveral ne erano consapevoli: c’erano diverse possibilità che non ci fosse alcun ritorno a casa.
Tanto era viva questa consapevolezza, che il Presidente Richard Nixon aveva pronto il discorso da pronunciare nel caso i due fossero rimasti bloccati a centinaia di migliaia di chilometri dalla Terra.
“ Il destino ha voluto che gli uomini che sono andati sulla Luna per esplorarla in pace, rimarranno sulla Luna per riposare in pace…”
Fortunatamente i due astronauti fecero ritorno sani e salvi sul Columbia e, insieme a Collins, vennero recuperati il 24 luglio al largo dell’Oceano Pacifico. Da allora altre cinque missioni Apollo toccarono il suolo lunare prima della fine del programma nel 1972. A oggi l’ultimo uomo ad aver messo piede sul satellite è Eugene Cernan, comandante della missione Apollo 17 il 14 dicembre del 1972. Ora l’obiettivo si chiama Marte.