lunedì 31 marzo 2008

Il Villaggio del Fanciullo


L’Opera Villaggio del Fanciullo a Trieste è presente da quasi 50 anni, con una comunità che realizza l’accoglienza per i ragazzi che si trovano in condizione di disagio e con il centro di formazione che propone a tutti i giovani della città, 
dei percorsi formativi che li possono inserire nel mondo del lavoro. 
L’inserimento nel mondo lavorativo, avviene quando i ragazzi hanno superato il percorso di formazione.

I mestieri e le parole
Pensa in po' su e rispondimi, ma dai Cristian, tu sicuramente lo sai, tu che di Milano senti tanta nostalgia, ma che prima odiavi con lo stesso fervore. Oppure tu Enrico che conosci il sentimento che “regala una gioia infinita”. Iacob la Romania ti manca e ricordi con struggimento i suoi inverni, quindi sono certa che hai fatto progetti per il tuo avvenire. Come tu Ding che pensi alla primavera della tua Cina. Così come per quasi tutti gli altri ragazzi del Villaggio, David, Ilmi, Rino, Roman, lontani dal loro paese natio. Le piccole donne crescono, sbocciano come i germogli dell’albero davanti alla finestra di Mihaela, anche Maria sente” brividi d’amore” che “come farfalline impazzite” compaiono ad ogni sorriso del suo amore. Ester “alla fine dell’arcobaleno” sogna di trovare la felicità, mentre Alexandra sogna “in una notte d’estate”. Anche Irene, Daniela, Mara, vivono le emozioni delle prime esperienze sentimentali, mentre Maria Adina toccherebbe “il cielo con un dito se potesse essere il tuo angelo custode” e Barbara fantastica un mondo diverso, tutto suo. Ho cercato di carpire un attimo del loro istante di notorietà, durante una manifestazione culturale, "I Mestieri e le Parole", ideata da Gabriella e Ottavio Gruber,  dai quali sono stata invitata ad assistere. Spero che il mio intento nella realizzazione di questo video, venga da loro e da voi compreso. Grazie. 

Ma solo se vogliono lavorare e se loro se la sentono di rimboccarsi le maniche per lavorare. Se credono di starsene con le mani in mano, con il solito fare strafottente di chi pensa che il mondo sia fatto solo per i “bulli”, no, non riusciranno a far parte del mondo di chi ha imparato un mestiere. Più delle volte la condizione di disagio fa si che non si sentano pronti. A quel punto intervengono gli educatori, c’è sempre una possibilità per chi vuol uscire da quel tunnel oscuro in cui i loro genitori si sono cacciati o dalla melma in cui hanno vissuto. Ma debbono volerlo con tute le loro forze, non possono nascondersi dietro alla classica frase “ i miei genitori non mi capiscono, oppure “la mia famiglia è troppo balorda perché io possa avere qualsiasi velleità di riuscire ad essere diverso da loro”. Possono farcela se lo vogliono veramente! Ma debbono studiare a prescindere dalle tentazioni di cui a volte non sono in grado di resistere. Come per esempio la tentazione di “marinare” la scuola. Debbono resistere alla tentazione di guardare il bel fondo schiena di Daria, o di Dario mentre debbono starsene seduti in quella classe ad ascoltare il solito tormentone dell’insegnante che vuole far entrare nella loro “zucca” il teorema di non so chi. Mentre nella loro in testa frulla un solo pensiero, di uscire e correre tra gli alberi. Ed un unica domanda nel cuore: com’è il tempo fuori,Daria “verrà” con me? Ma al poi, al futuro ci pensano? Pensano a cosa faranno da “grandi”?  

Cristian, il vincitore del Premio Nazionale di Poesia “Piazza dei Mestieri-Marco Androni” 2008, sicuramente lo sa, l’ho capito dalle parole della sua poesia, “quante volte ha percorso quella strada senza essermi mai soffermato su dove realmente portasse”. Cristian viene da Milano, città allora da lui odiata mentre“ora scambierebbe con l’aria che respira”. Oppure Enrico che conosce il sentimento che “regala una gioia infinita”. Iacob al quale la Romania manca moltissimo e ricorda con struggimento i suoi inverni, quindi avrà certamente fatto progetti per il suo avvenire. Come Ding che pensa tuttora alla primavera della sua Cina. Così come per quasi tutti gli altri ragazzi del Villaggio, David, Ilmi, Rino, Roman, lontani dal loro paese natio.
Le piccole donne crescono e sbocciano come i germogli dell’albero davanti alla finestra di Mihaela. Anche Maria sente” brividi d’amore” che “come farfalline impazzite” compaiono ad ogni sorriso del suo amore. Ester “alla fine dell’arcobaleno” sogna di trovare la felicità, mentre Alexandra sogna “in una notte d’estate”. Anche Irene, Daniela, Mara, vivono le emozioni delle prime esperienze sentimentali, mentre Maria Adina toccherebbe “il cielo con un dito se potesse essere il tuo angelo custode”. Barbara fantastica un mondo diverso, tutto suo. Spero di essere riuscita a trasmettervi l’entusiasmo, da me recepito in quell’aula, palco del loro momento di gloria. La loro notorietà per ora è frutto di fantasticherie, la manifestazione culturale è stata allestita per far conoscere ai sostenitori dell’iniziativa e invitati le potenzialità dei giovani partecipanti.
La manifestazione organizzata da Gabriella Valera Gruber e Ottavio Gruber s’intitolava“I mestieri e le parole” e si è svolta a Trieste il 28 marzo 2008.