venerdì 6 febbraio 2009

il Canaletto


VENEZIA E I SUOI SPLENDORI A CA DEI CARRARESI (Treviso)
Chi non conosce "il Canaletto"... quindi non mi soffermo a descrivere la maestosità delle sue opere, ma la meraviglia provata durante la visita, sapientemente guidata dall'audioguida tascabile. La mostra, molto ben strutturata, espone un centinaio di quadri del Canaletto oltre che di altri vedutisti quali Michele Marieschi, Bernardo Bellotto, Luca Carlevarjs e Francesco Guardi.Le due ore e mezza dedicate alla visita, sono volate in un baleno. All'uscita una carrellata d'informazioni ottenute con il supporto di audio diapositive, di cui ebbi il piacere di assistere comodamente seduta. Tutte le mie curiosità furono soddisfatte da quei audiovisivi, durante la visita mi soffermai e mi chiesi varie volte come gli artisti riuscissero a dipingere quelle gigantesche vedute: con l'aiuto della camera oscura, un pantografo e di un valido staff! Ecco un esempio di veduta ottenuta accostando quattro fogli disegnati con l'aiuto di una camera oscura, o camera ottica (un dispositivo ottico la cui invenzione è alla base di tutta la tecnica fotografica).

"La camera oscura leonardianavenne usata come strumento per la pittura, grazie alla quale si potevano copiare paesaggi fedelmente proiettati (anche se capovolti) su di un foglio appositamente appeso Da allora le camere oscure furono largamente utilizzate dai pittori nell'impostazione di quadri con problemi prospettici: alcuni quadri del Canaletto pare siano stati dipinti col suo ausilio.
Già il filosofo Aristotele osservò che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un'immagine circolare. Lo studioso arabo Alhazen Ibn Al-Haitham giunse (prima del 1039!) alle stesse conclusioni, definendo la scatola nella quale le immagini si riproducevano con il termine camera obscura. Nel 1515 Leonardo da Vinci utilizzò la camera oscura per dimostrare che le immagini hanno natura puntiforme, si propagano in modo rettilineo e vengono invertite nell'ingresso della camera oscura dal foro stenopeico (camera oscura leonardiana).
Nel 1553 Giovanni Battista Della Porta nell'opera "Magiae naturalis Libri Quatuor" consigliò l'uso della camera oscura con foro stenopeico nel disegno e nella pittura". (da Wikipedia)