Oggi rendo omaggio all'indimenticabile poeta e cantautore Sergio ENDRIGO che in un giorno di settembre di dieci anni fa (7/9/2005) ci ha lasciati - era nato in Istria a Pola, allora Italia, il 5 Giugno 1933 (attualmente Pula/Pola - Croazia).
Figlio di un cantante lirico, i suoi primi studi musicali li farà a dieci anni seguendo le orme paterne, crescendo però si rende conto che la sua strada non è quella.
Figlio di un cantante lirico, i suoi primi studi musicali li farà a dieci anni seguendo le orme paterne, crescendo però si rende conto che la sua strada non è quella.
Comincia così a cantare musica leggera a Venezia nel 1954 e ad incidere i suoi primi dischi all'inizio degli anni '60, contribuendo al fiorire del filone dei cosiddetti "cantautori", la nuova figura di autore e di cantante che prende piede in Italia in quel periodo. Il suo nome nella storia della canzone italiana, va posto a fianco di Gino Paoli, Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, autori e cantanti che portarono una ventata di rinnovamento nel panorama musicale italiano rimasto ancorato alle rime cuore-amore. Tra questa cerchia di cantautori che Sergio Endrigo si farà conoscere per la sua vena poetica, delicata ed un pò malinconica con canzoni quali "Aria di Neve“, ma la sua notorietà rimarrà per il momento ancora ristretta ad un pubblico di elite. Finché nel 1962 incide "Io che amo solo te" con la quale finalmente gli arriva anche il grande successo popolare .
Verrà consacrato definitivamente nel Festival di Sanremo del 1968 con "Canzone per te", cantata insieme al brasiliano Roberto Carlos, che lo renderà molto popolare anche in Brasile, come del resto in tutta l'America Latina, dove le sue canzoni saranno spesso presenti nelle classifiche dei dischi più venduti.
In una intervista 1995 in cui fa riferimento ai suoi primi periodi, Endrigo dice di se:
"Non so da dove venisse l'ispirazione per le mie canzoni ... io credo che affondassero nella mia malinconia austro-ungarica, che ha qualcosa in comune con la saudade brasiliana: la consapevolezza di una perdita dentro l'intensità di una emozione"
"Non so da dove venisse l'ispirazione per le mie canzoni ... io credo che affondassero nella mia malinconia austro-ungarica, che ha qualcosa in comune con la saudade brasiliana: la consapevolezza di una perdita dentro l'intensità di una emozione"
La voce dell'uomo Sergio Endrigo 1974.
Quando canta io l’ascolto...
Ho sentito fanfare di guerra ...
E passi in cadenza...
E passi in cadenza...