mercoledì 10 agosto 2016

Vivere senza soldi... si può, ma ci si deve dar da fare!

Era dal 1996 che Heidemarie Schwermer viveva senza soldi. Per farlo condivideva e barattava oggetti e servizi e sulla sua idea di vita post-capitalistica ha creato un vero e proprio stile di vita spiegato in due libri, uno dal titolo “The star-money experiment”, l’altro con dvd “Vivere senza soldi”. La donna tedesca, deceduta per grave malattia il 23.03.2016, viveva a Dortmund, passando di casa in casa e offrendo a chi la ospitava un servizio di home-sitting. Fonte web
"Ecco che il tessuto di relazioni da lei costruito e lo scambio non incentrato sul denaro diventano gli strumenti attraverso i quali la Schwermer  organizza il suo nuovo stile di vita. Sostituisce nei rapporti personali la dipendenza con l’interdipendenza attivando una rete di interconnessioni personali dove c’è uno scambio di beni, servizi e soprattutto di amicizia, solidarietà, sostegno… 
L’esperienza di Heidemarie è un pretesto per ridiscutere le nostre scelte di vita, la qualità dei nostri legami, il nostro stare al “mondo” ripensando al nostro personale contributo sociale politico come donne.La sua esperienza personale inizia con l’avvio di una centrale di libero scambio, la “Centrale dai e prendi”, e successivamente dopo essere riuscita a consolidare una rete di relazione fondata sul baratto di beni e servizi, decide di liberarsi prima del mobilio, poi del suo appartamento, del suo studio che utilizzava come psicoterapeuta della Gestalt e infine dell’assicurazione sanitaria. La sua vita si apre a un nuovo corso: in cambio di vitto e alloggio diventa la custode degli appartamenti di chi deve partire per un viaggio, si occupa con amore della cura di piante e fiori, e animali; concorda con un negozio di alimenti biologici l’approviggionamento di cibo in cambio di un aiuto; avvia molte altre iniziative partendo dal presupposto che “esiste un equilibrio che è superiore a ciò che si può contare e contabilizzare, ed è questo l’importante”. 

Vivere senza soldi? si può! Ma ci si deve dar da fare!

Su questo blog vi parlai varie volte della mia esperienza personale nel mondo del libero scambio di favori. Favori scambiati tra soci di una associazione che avevo conosciuto ai suio inizi e d'allora sono passati più di 18 anni... da quel party, organizzato per informare i triestini che nella nostra città veniva inaugurata una banca nuova, la Banca del Tempo. Ricordo la motivazione principale che mi spinse ad andarci: la curiosità. Ma una curiosità positiva, che accomuna ogni cosa che intraprendo. Allora mi affascinò il concetto dello scambio di favori, ma non favori scambiati tra due persone, si andava oltre, eccone un esempio:
Il favore fatto alla socia/o richiedente, veniva da essa/o ricompensata/o con un assegno in cui venivano scritte le ore del tempo che il socia/o aveva impiegato per realizzarlo. Con l’assegno in mano ci si rivolgeva alla segreteria della Banca del Tempo, dove venivano versati nel proprio conto personale. Quindi si possedeva un conto personale con delle ore, ore che venivano poi utilizzate per ricompensare un altro socio/a per il servizio di cui avevamo avuto bisogno.
I primi scambi sono avvenuti in clima di cordialità, ricordo con piacere il corso di ballo di gruppo, le escursioni, il corso di astrologia, attività che sono servite per rendere l’ambiente accogliente e far sì che s’instaurasse un clima amichevole.
Per molti anni feci parte del direttivo, con l’incarico da fare da tutor ai nuovi iscritti, cioè, mi rendevo disponibile a chiarire i loro dubbi a riguardo della procedura per lo scambio dei favori. Li spronavo a partecipare agli incontri mensili, dove avevano modo di conoscere gli altri soci, e cosa importante, farsi conoscere.