Ho pensato di condividere con voi questo scritto, struggente nella sua semplicità, trovato stamane in messaggeria. Un degno tributo alla memoria di un amico dell’autore.
“Ciao Iv,
Ho saputo che un mio amico ora non è più di questo mondo. Voglio ricordarlo raccontandoti ciò che un giorno lui mi ha raccontato. Non è una storia attuale, qualcuno potrebbe sorridere altri deridere. Invece a me sembra molto carina.
Il mio amico, chiamiamolo Diego, aveva un bel sorriso, tutti lo dicevano.
Purtroppo il buon Dio, come a tutti, gli aveva dato un solo cambio di denti.
Il secondo, si sa, bisogna pagarlo. Insomma avete capito portava la dentiera, questo però nessuno lo sapeva.
Faceva l'operaio, ma la sua passione era la politica. Avrebbe potuto essere eletto nelle liste del suo partito, tanto era conosciuto e benvoluto. Invece preferiva al protagonismo l'impegno oscuro.
Aveva una moglie, come tanti, e, come per tanti, l'amore era sfumato nel tempo. Si stava insieme un po' per rispetto e per abitudine, senza contare la comune passione politica.
Un giorno in sezione arriva un'adolescente, era maggiorenne? Forse, sicuramente molto bella. Lei, chiamiamola Silvia, una fervente ammiratrice del partito, rimane affascinata dal carisma di quel leader cinquantenne.Diego non fa nulla per incoraggiarla, anzi non se ne accorge nemmeno.
Silvia comunque è molto attenta, nessuno deve sapere. Quindi adotta due comportamenti: uno quando sono in compagnia, l'altro quando sono soli. Diego inizia a capire, subisce l’ammaliante fascino della sua gioventù. Tuttavia non lo dimostra; anche se lei diventa sempre più audace, più sfacciata.
La situazione precipita, qualche voce serpeggia in sezione. La mente di Diego combatte una devastante guerra contro i suoi sensi.
Più volte, rimasto solo con lei, era stato sul punto di prenderle una mano, accennare una carezza ... sfiorarla con un bacio...in preda di pensieri non propriamente casti.
Finché un giorno si decise.
Beve un paio di bicchierini per farsi coraggio e va da lei.
L' ora è tarda, non importa. Sale le scale, suona alla porta. Lei viene ad aprire.
E' bellissima e indifesa: capelli scompigliati, occhi assonnati.
Silvia sorpresa spalanca gli occhi e sorride, il suo sogno si sta avverando.
Ma Diego si era tolto la dentiera e tra le sue gengive puzzolenti d'alcol, penzola sbilenca una gauloise, rendendo ancora più insicure queste sue testuali parole:
"Dame una trapa che go mal de denti". (Dammi una grappa che mi fanno male i denti)
Con un sorriso velato di tristezza vi saluto, non prima d’avervi lasciato una panoramica del golfo triestino immortalato dal colle di San Giusto, mentre soffiava la Bora.
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