lunedì 7 dicembre 2020

Il Natale di ieri e quello di oggi


Un tempo si festeggiava il Natale in modo semplice. La maggior parte della popolazione era costituita da contadini la cui vita nel periodo di Natale era molto diversa rispetto al resto dell'anno; non c'era infatti lavoro nei campi e perciò si aveva più tempo per trovarsi, raccontare e ricordare mille cose sorseggiando un bicchiere di vino caldo.

La sera della vigilia alcune persone giravano per le vie del paese portando una stella, cantavano e suonavano le pastorelle e sul carro si teneva una damigiana di vino, che veniva man mano riempita dai più generosi.

Le donne la sera della vigilia, con tanto amore e gioia, preparavano il pranzo di Natale con i semplici prodotti della terra (polli, conigli, patate).

Gli uomini accatastavano tanta legna per il fuoco, il ceppo più grande veniva messo a bruciare e doveva durare per tutto il Natale.

Spesso c'era anche la neve alta, ma tutti dovevano assistere alla messa di mezzanotte. Il giorno di Natale, euforici e pieni di allegria, si alzavano molto presto e si scambiavano gli auguri , qualcuno portava un regalo al parroco (cappone, gallina, dolce).




A mezzogiorno erano tutti a tavola. Il pranzo era in genere frugale: per le famiglie più facoltose consisteva in tortellini, cappone o gallina ripiena e cotechino, ma molte erano però le persone che anche quel giorno si dovevano accontentare di un po di latte con la polenta.

Non vi erano illuminazione, alberi addobbati, vetrine con strenne e regali lussuosi; solo qualche modesto fiocco rallegrava alcuni alberi.

Nella chiesa vi era un semplice presepio con un Gesù di gesso: per farlo si utilizzava molto muschio, la capanna e le montagne erano fatti di ceppi di legno, carta e frasche, le strade erano realizzate con sassolini oppure con farina gialla, le poche statuine erano di gesso e cartapesta, piccole e semplici (ora qualcuna di queste si può trovare nei mercatini dell' antiquariato); il presepio era tutto spruzzato di farina bianca e ricordava un paesino di montagna.
Anche l' arrivo dei Magi era festeggiato con semplicità. Per l'Epifania i fedeli dopo aver assistito alla messa e alle funzioni partecipavano alla processione dei re Magi.
Era tradizione fare in quella ricorrenza o nella sera di San Silvestro, un grande falò nel quale si fondono due elementi propiziatori: il valore del fuoco, l’immagine del sole e nel simbolismo del falò il consumarsi del vecchio anno, con tutto ciò che di male vi si era accumulato. Fonte web
Questo post è il mio omaggio per il Natale che il tempo ha portato via...

I tempi sono cambiati, quindi il Natale dei nostri giorni viene da alcuni inteso come una delle tanti occasioni per fare baldoria. Nelle grandi città pochi assistono alla messa di mezzanotte e lo scambio dei doni viene considerato alla stregua di un cruenta, per il portafoglio, e sbalorditiva incursione alla magnificenza.
Si stava meglio quando si stava peggio oppure si sta meglio adesso?
Tuttavia con i brutti tempi che corrono, buona parte del mondo si considererà fortunata, se troverà del pane e del semplice companatico per sfamarsi.
Mi auguro e auguro a tutti di continuare ad apprezzare il Natale, per ciò che è, una antica tradizione da tramandare ai posteri.