Scontroso seppur affascinante paesaggio carsico…
Tra le sue bucherellate viscere,
si muovono cieche falene
s’insinuano umani travestiti da speleologi,
alla ricerca di forti emozioni.
Negli antri bui
si dibattono seriche ombre
inseguite dagli sprazzi di luce
ch’escono dal loro elmo e li fa orbare.
Dal tramezzo roccioso
scendono le acque piovane
formando degli acquitrini
dentro i quali
nivee e cieche creature
cercano cibo,
nell’attesa
della loro imminente estinzione.
La bora sferzante sui costoni rocciosi
dove gli umani s’arrampicano
assieme alle sariandole (lucertole),
le loro estremità bianche di talco
diventano prensili
apprestandosi alla mutazione.
Vi lascio questo mio omaggio al Carso triestino (scritto il 24 novembre del 2007)