… dal diario di una attempata girl.
Il giorno seguente la nave attraccò a Gdynia, porto della Polonia, molti scesero per prendere il pullman che gli avrebbero portati a Danzica. Io no, rimasi a dormire un po di più e poi andai a visitare l’interessante cittadina… in compagnia del bel genovese, si proprio lui, quello che sedeva al mio fianco al tavolo del ristorante della nave.
Non ricordo il suo nome, rivedo il suo sorriso gentile mentre mi aiutava a scendere le scale per raggiungere il salone delle feste. Durante il giorno portavo le scarpe “da barca”, ma alla sera, indossavo abiti eleganti e sandali con i tacchi. Naturalmente questo mi rendeva un po traballante… ma trovai sempre qualche gentil cavaliere disposto a darmi il suo braccio!
Il giorno seguente la nave attraccò a Gdynia, porto della Polonia, molti scesero per prendere il pullman che gli avrebbero portati a Danzica. Io no, rimasi a dormire un po di più e poi andai a visitare l’interessante cittadina… in compagnia del bel genovese, si proprio lui, quello che sedeva al mio fianco al tavolo del ristorante della nave.
Non ricordo il suo nome, rivedo il suo sorriso gentile mentre mi aiutava a scendere le scale per raggiungere il salone delle feste. Durante il giorno portavo le scarpe “da barca”, ma alla sera, indossavo abiti eleganti e sandali con i tacchi. Naturalmente questo mi rendeva un po traballante… ma trovai sempre qualche gentil cavaliere disposto a darmi il suo braccio!
D’altro canto questo rendeva la vita di bordo meno noiosa… un attimo di smarrimento dovuto a qualche onda birichina, et voilà un braccio maschile che mi sorreggeva e mi dava modo per iniziare una conversazione, uno scambio di confidenze.
Ritornando al mio gentile compagno di tavolo, ricordo che aveva perso da poco il padre, un imprenditore genovese, e che quel giorno a Gdynia, aveva preso una collana d’ambra per la madre. Strano che mi vengano in mente tutti questi particolari… ma si lo confesso, mi presi una platonica cotta per lui… chissà se si ricorda di quella pazzoide che non si stancava mai di parlare, di raccontare di Trieste, e di regalare a tutti quelli che le capitavano a tiro, i depliant turistici e le cartoline di cui aveva piena la valigia. Un abitudine che trasferì nel web, ora distribuisco delle cartolina virtuali, accompagnate da un forte abbraccio. The end
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Ritornando al mio gentile compagno di tavolo, ricordo che aveva perso da poco il padre, un imprenditore genovese, e che quel giorno a Gdynia, aveva preso una collana d’ambra per la madre. Strano che mi vengano in mente tutti questi particolari… ma si lo confesso, mi presi una platonica cotta per lui… chissà se si ricorda di quella pazzoide che non si stancava mai di parlare, di raccontare di Trieste, e di regalare a tutti quelli che le capitavano a tiro, i depliant turistici e le cartoline di cui aveva piena la valigia. Un abitudine che trasferì nel web, ora distribuisco delle cartolina virtuali, accompagnate da un forte abbraccio. The end
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