In questo video troverete la parte finale delle riprese (12 gennaio 2010) della conferenza in cui il prof. Umberto Lucangelo (anestesista e rianimazione) dell'Azienda Ospedaliera di Trieste, illustrava le varie fasi legate alla terapia intensiva e le nuove tecnologie a disposizione delle strutture ospedaliere, in grado di stabilire il momento in cui avviene il coma e lo stato vegetativo. Inoltre, sempre con la sua proverbiale sensibilità, ci illuminò il percorso verso la consapevolezza dei molti misteri che circondano queste apparecchiature e il momento in cui cervello umano cessa le sue funzioni. Per mancanza di spazio nella mia scheda video, non riuscì a riprendere anche la domanda che il prof. Lucangelo rivolse al pubblico presente in sala, il cui contesto fu pressapoco ciò che vedete.
- Vorreste che il fine vita venisse dichiarato al termine delle funzioni vitali del cervello oppure quando il cuore smette di battere?
Cioè, nel caso in cui la macchina provasse l'avvenuta morte cerebrale, preferiresti "vivere" per altri mesi o anni, alimentato da sonde che consistono nell'introduzione del cibo nel foro praticato in gola, catetere per l'urina, manipolazioni per togliere il contenuto fecale dall'intestino, piaghe da decubito, senza contare le infezioni e l'enorme consumo di medicinali, non sempre in grado di bloccarle.
... e altro, che io, in questo momento, non ricordo.
La mia risposta fu NO, non vorrei "vivere" così.
Dico NO per conoscenza di causa, feci parte per diversi anni dell'Associazione di Volontari Ospedalieri e vidi molti casi di persone, tenute in "vita", se quella poteva considerarsi vita. Inoltre in ambito di un corso per assistente domiciliare, partecipai ad uno stage, della durata di un mese, durante il quale prestai servizio nei reparti ospedalieri delle lungo degenze. Mi vengono i brividi al pensiero di rimanere in "vita" in quel modo.
La mia risposta fu NO, non vorrei "vivere" così.
Dico NO per conoscenza di causa, feci parte per diversi anni dell'Associazione di Volontari Ospedalieri e vidi molti casi di persone, tenute in "vita", se quella poteva considerarsi vita. Inoltre in ambito di un corso per assistente domiciliare, partecipai ad uno stage, della durata di un mese, durante il quale prestai servizio nei reparti ospedalieri delle lungo degenze. Mi vengono i brividi al pensiero di rimanere in "vita" in quel modo.