lunedì 21 febbraio 2011

I fiori di Tunisi a Pechino



La parola "gelsomino" risulta bloccata in tutta la Cina sulle piattaforme dei blog, così come i richiami alle proteste in Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Bahrein.


Il messaggio che incitava alla "protesta dei gelsomini" apparve per la prima volta sul sito americano in lingua cinese Boxun.com, e fu successivamente diffuso sul web della Cina, provocando tra ieri e oggi più di un centinaio di arresti di dissidenti e attivisti.
"Nonostante i brillanti risultati economici conseguiti negli ultimi anni, Pechino si trova oggi a fronteggiare un'inflazione galoppante, che sta causando continui rincari di generi alimentari, benzina e gasolio. La dimostrazione è iniziata con una piccola folla composta inizialmente soprattutto da curiosi, giornalisti e forze dell'ordine in borghese. Ma tra la ressa era evidentemente presente un drappello di manifestanti organizzati, che hanno approfittato del momento migliore per lanciare alcuni mazzi di gelsomini bianchi dalla scalinata di un centro commerciale, sotto i flash e le telecamere dei media. Un comportamento che ha fatto scattare l'intervento di un massiccio spiegamento delle forze di polizia.La reazione degli agenti è stata composta, immediata e decisa: i poliziotti già presenti sul posto sono stati raggiunti da diverse dozzine di colleghi, che hanno spinto la folla verso la strada tentando di disperderla, mentre altri agenti facevano sparire velocemente i fiori gettandoli nell'immondizia.
La risposta delle forze dell'ordine è stata anche mediatica: per una decina di minuti le telecomunicazioni della zona sono state completamente oscurate, rendendo inutilizzabili i telefoni cellulari.
I manifestanti arrestati sarebbero solamente due - un uomo che ha imprecato contro la polizia e un altro che urlava "Ho fame". (Visto su La Repubblica)

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