sabato 17 settembre 2016

La panchina dell'incomunicabilità



… ci sono state serate in cui eravamo gli unici seduti su quella panchina circolare posizionata sotto la fontana di Piazza Unità, si, proprio lì, davanti al Municipio. Occasione per molti di usufruire della rete wifi free… ma anche in quel caso mi imbarazzava l’idea di disturbarti, mentre dialogavi con i tuoi follower.
Sta leggendo le sue e-mail, pensavo, non vuole comunicare con me. Tuttavia, ci sono stati momenti in cui ho avvertito un impercettibile legame. E’ capitato che qualcuno gridasse qualcosa di folle sulla politica e noi ci siamo subito guardati, come per registrare le reazioni dell’altro.

Ci siamo guardati parecchie volte. Poi abbiamo distolto entrambi lo sguardo. Ho provato a immaginare qualcosa da dirti, forse fare finta di conoscerti e chiederti come stavi, oppure dire qualcosa di carino riguardo il tuo tablet, o semplicemente "che caldo!". Ma mi sembrava così banale...

a un certo punto ti ho sorpreso mentre mi osservavi. E tu hai distolto immediatamente lo sguardo. Hai nuovamente tirato fuori il tablet dalla tasca e hai iniziato a scorrere le news, poi l'hai messo da parte.

Ho inclinato la testa verso di te con curiosità. Tu ti sei stretto le spalle e hai ripreso in mano il tablet, come se il motivo di stare li fosse quello. Ma non ho detto niente.

Una coppia di adolescenti s'è alzata, tenendosi per mano, ed entrambi probabilmente abbiamo pensato: beata la gioventù.

Per molto tempo siamo rimasti seduti su quella panchina, fingendo a malapena di non notarci a vicenda.  E così sono rimasta incollata al mio posto. Finché ad un certo punto ti sei alzato. 
Hai esitato un po', forse aspettando che io ti dicessi qualcosa, dandomi un'ultima possibilità di fermarti. Ma, invece di liberare la mia voce soffocata per tutto quel tempo, sono rimasta in silenzio. E ti ho visto andare via tra le volte de sottoportico del Municipio.
Su quella panchina ci sono ritornata a quella stessa ora, poi in ore diverse, dopo alcuni giorni mi sono resa conto che  te ne eri andato davvero. Ho aspettato che tu ritornasi, per sederti accanto a me e appoggiare la tua mano sulla mia. Senza dire nulla. Non c'era bisogno.
Invece no, non sei più ritornato. E allora ho capito che molto probabilmente non ti avrei più rivisto. E ho pensato che è incredibile, ma volte succede di volere conoscere qualcuno e non riuscirci!