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giovedì 12 dicembre 2024

Santa Lucia, tra devozione e scorpacciate

 Mia sorella che abita a Palermo mi ha raccontato la leggenda della Santa e delle tradizioni in cui il simbolo della festa sono le arancine di riso… ecco l’articolo che mi ha inviato.

"Santa Lucia, il giorno dell’arancina tra devozione e scorpacciate.


Nel giorno di Santa Lucia da Siracusa, che vorrebbe il digiuno dei devoti, l’eretico è chi non mangia l’arancina. O meglio chi non fa una vera e propria scorpacciata di palle di riso. A Palermo è la giornata dell’odore di fritto nell’aria. Lo senti arrivare fuori dalle rosticcerie, ma anche dalle abitazioni di chi prepara in casa il simbolo della festa. Nel capoluogo siciliano l’arancina sta a Santa Lucia come la colomba sta a Pasqua o come il panettone sta a Natale. O forse come il tacchino sta al giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti d’America.

LA LEGGENDA. Patrona di Siracusa, Lucia, protettrice degli occhi, è una delle sante più venerate a Palermo. Così si narra che in un periodo di carestia i palermitani si affidarono proprio alla santa aretusea per interrompere il digiuno che “rispose” facendo arrivare al porto un bastimento carico di grano. Il grano non venne sottoposto a molitura per farne farina, venne bollito e condito con un filo d’olio per sfamare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile. Nacque così la cuccia, altra specialità gastronomica che oggi sarà su molte tavole. Da quel momento si dice che i palermitani nel giorno di Santa Lucia preferiscano astenersi dai farinacei, pane e pasta su tutti. C’è chi addirittura in questa giornata non tocca assolutamente cibo. Ma prevalgono i golosi, coloro che per un anno attendono l’arancina day.

DOVE MANGIARE LE ARANCINE. Ci sono luoghi cult conosciuti da quasi tutti i palermitani amanti del riso farcito da carne o burro (ma anche da pollo, salmone, cioccolato e chi più ne ha più ne metta) e ricoperto dalla sottile impanatura e poi ci sono rosticcerie di quartiere, con una clientela di nicchia. Nel primo caso da citare il bar Alba di piazza Don Bosco, il Rosanero di piazzetta Porta Reale, Massaro di via Ernesto Basile. Nel secondo caso il Gardenia, a Cardillo, Amato, in via Brunelleschi, Scatassa, in via Ammiraglio. Con una mano sulla tastiera e l’altra a reggere l’arancina davanti al pc. E guai a chiamarli arancini. Fonte web

domenica 8 dicembre 2024

Trapani e Erice in dicembre


La città di Trapani è nota per essere la “città dei due mari”.  Conosciuta  per il sale e la vela, sorge ai piedi del monte Erice, uno dei paesi più pittoreschi della Sicilia e si trova di fronte alle Isole Egadi.
Leggete anche:
A Trapani la settimana scorsa...

Erice come a Cortina ... con il mercatino di Natale in piazza.
 Raggiunta con la cabinovia, Erice regala una vista imperdibile.

mercoledì 6 maggio 2020

Vacanze in Sicilia

La mia sorellina Nietta, nata a Rio de Janeiro, oggi compie gli anni, con l'occasione vorrei ricordagli la sua vacanza a Palermo...
 La fontana dei peccati.
Alcamo Marina
Castellamare del Golfo
 Cefalù, panoramica
Cefalù storica.
Messina, la finestra sul mare.
Leggete: Nietta sul red carpetse lo merita, oggi è il suo compleanno!

giovedì 5 dicembre 2019

Paradiso!

 Palermo, Cefalù, Siracusa e Catania.
 La Sicilia d'inverno.

Visitare Siracusa, o altri luogo della Sicilia in dicembre, è una esperienza unica, la temperatura mite invita alle passeggiate e alla visita dei siti archeologici, niente ressa ai botteghini e troverete alberghi e ristoranti con prezzi abbordabili.

Questo è l'orecchio di Dionisio



Alla prossima   sorpresa!


lunedì 28 gennaio 2019

La Sicilia in inverno


Giusto un anno fa, come vi ho accennato nei mie post precedenti, ho passato una settimana nella bella Sicilia, tra cui Cefalù, Siracusa e Catania, le cui foto troverete nel video.  E nella “Conca d’oro” come è conosciuta Palermo. Le foto nel LINK


Vi regalo anche la passeggiata tra le antiche pietre del Teatro Greco di Siracusa.


mercoledì 31 gennaio 2018

Colazione a Trieste, con il pensiero in Sicilia

Un bel regalo di Nico Spadaccini, un utente di Google, che non mi stancherò di ringraziare!



Leggete il programma del carnevale triestino:
Un bel bicchiere di pioggia con i bordi caramellati di buoni propositi, un goccio di fortuna e trequarti di buona volontà, et voila… scacco al re, o alla regina!

lunedì 18 novembre 2013

Passeggiando tra le antiche pietre di Siracusa



Oggi vi regalo una passeggiata tra le antiche pietre del Teatro Greco di Siracusa, che possiede la particolarità di essere quasi interamente scavato nella roccia.
La Latomia del Paradiso con la gigantesca grotta artificiale che viene chiamata l'orecchio di Dionisio per sorprendenti effetti acustici e la somiglianza al condotto uditivo dell'orecchio umano. Anche l'anfiteatro romano fu parzialmente scavato nella roccia del Temenite ed è uno dei massimi edifici del genere ancora esistente.


"Avete spesso sentito dire che Siracusa è la più grande città greca, e la più bella di tutte. La sua fama non è usurpata: occupa una posizione molto forte, e inoltre bellissima da qualsiasi direzione vi si arrivi, sia per terra che per mare, e possiede due porti quasi racchiusi e abbracciati dagli edifici della città. Questi porti hanno ingressi diversi, ma che si congiungono e confluiscono all'altra estremità. Nel punto di contatto, la parte della città chiamata l' isola , separata da un braccio di mare, è però riunita e collegata al resto da uno stretto ponte. La città è così grande da essere considerata come l'unione di quattro città, e grandissime: una di queste è la già ricordata "isola ", che, cinta dai due porti, si spinge fino all'apertura che da accesso ad entrambi. Nell' isola è la reggia che appartenne a Ierone II, ora utilizzata dai pretori, e vi sono molti templi, tra i quali però i più importanti sono di gran lunga quello di Diana e quello di Minerva, ricco di opere d'arte prima dell'arrivo di Verre. 
All'estremità dell'isola c'è una sorgente di acqua dolce, chiamata Aretusa, di straordinaria abbondanza, ricolma di pesci, che sarebbe completamente ricoperta dal mare, se non lo impedisse una diga di pietra. L'altra città è chiamata Acradina, dove è un grandissimo Foro, bellissimi portici, un pritaneo ricco di opere d'arte, un'amplissima curia e un notevole tempio di Giove Olimpio; il resto della città, che è occupato da edifici privati, è diviso per tutta la sua lunghezza da una larga via, tagliata da molte vie trasversali.
La terza città, chiamata Tycha perché in essa era un antico tempio della Fortuna, contiene un amplissimo ginnasio e molti templi: si tratta di un quartiere molto ricercato e con molte abitazioni. 
La quarta viene chiamata Neapolis (città nuova), perché costruita per ultima: nella parte più alta dì essa è un grandissimo teatro, e inoltre due importanti templi, di Cerere e di Libera, e la statua di Apollo chiamata Temenite, molto bella e grande, che Verre, se avesse potuto, non avrebbe esitato a portar via".
Cicerone
(Verrine,II 4,117-119)